Carte di indicazione del pericolo di valanghe su vasta scala

Per il calcolo e la visualizzazione del potenziale pericolo causato dalle valanghe, i ricercatori dell’SLF hanno sviluppato una procedura che consente di differenziare in modo automatico ed efficiente le zone di distacco di valanghe e che è stata convalidata presso tre siti della regione di Davos. Sulla base di tali zone di distacco, è poi possibile calcolare le valanghe e le loro zone di deposito con il software di simulazione RAMMS. Le carte generate in questo modo indicano le regioni potenzialmente minacciate dalle valanghe e, tra le altre cose, sono molto utili per la pianificazione di nuove infrastrutture.

 

Nella regione alpina è particolarmente importante sapere quali aree sono esposte al pericolo di valanghe. In alcuni paesi, come anche in Svizzera, esistono carte del pericolo di valanghe basate su informazioni catastali, dati climatici, analisi del territorio e simulazioni numeriche delle dinamiche delle valanghe. Il processo di mappatura del pericolo da parte di specialisti esperti richiede molto tempo ed è tecnicamente molto complesso. Di conseguenza, tale mappatura è applicabile solo a singole tracce di valanga, in particolare quelle che minacciano centri abitati e infrastrutture importanti.

Le carte di indicazione del pericolo di valanghe sono invece meno dettagliate delle tradizionali carte del pericolo di valanghe, ma possono fornire una prima idea su vasta scala dei pericoli naturali sulla base di simulazioni numeriche per grandi aree, rivelandosi particolarmente utili per le aree dotate di scarsa documentazione degli eventi (caratteristica che accomuna la maggior parte delle regioni di montagna del mondo). I modelli altimetrici digitali ad alta risoluzione, generati con l’aiuto dei moderni metodi di telerilevamento, sono sempre più spesso disponibili anche per le regioni di montagna e permettono così di realizzare simulazioni numeriche significative per intere tracce.

Per poter simulare in modo dinamico le valanghe con i software più moderni come RAMMS è necessaria una chiara identificazione delle aree di distacco e degli spessori delle fratture. L’SLF ha sviluppato un algoritmo che permette di identificare le potenziali zone di distacco delle valanghe sulla base dei parametri del terreno. L’algoritmo è stato convalidato sulla base di un record di dati di riferimento per tre siti della regione di Davos. La valutazione automatica dello spessore della frattura si basa sull’aumento dell’altezza del manto nevoso in tre giorni, così come misurato già da diversi anni dall’SLF in numerosi luoghi delle Alpi svizzere. In Svizzera questo approccio ha già dimostrato la sua validità per la mappatura del pericolo.

Una volta identificate le zona di distacco e calcolati i possibili spessori delle fratture, per ciascun poligono di distacco viene svolta una simulazione con i parametri di attrito che hanno dimostrato la loro validità nell’ambito della mappatura del pericolo. È possibile simulare diversi scenari, ad es. con periodicità di 5-30 anni (frequente) o di 100-300 anni (estremo). Ciò permette una simulazione dinamica delle valanghe efficiente e automatizzata non solo per singole tracce delle valanghe, ma anche per applicazioni su vasta scala a livello regionale o anche nazionale. Nel quadro di numerosi progetti realizzati con i nostri partner – come ad es. il Cantone dei Grigioni, l’Alaska Division of Geological & Geophysical Surveys o la Provincia autonoma di Trento in Italia – questo approccio è stato utilizzato per creare carte di indicazione del pericolo su vasta scala che permettono ad es. di valutare la funzione protettiva dei boschi contro le valanghe.

Per le cartine evidenziano le aree valanghive in White Risk, i ricercatori hanno simulato più di 860’000 tipiche valanghe dello sciatore. In combinazione con la classificazione del territorio, le simulazioni formano un nuovo prodotto per la pianificazione delle gite di scialpinismo. La procedura automatizzata per il calcolo delle carte di indicazione del pericolo è già stata utilizzata anche per singole regioni dell’Uzbekistan e dell’Afghanistan, dove fino a oggi non esistono informazioni sul pericolo di valanghe, fornendo un valido aiuto per la pianificazione di nuove infrastrutture e la valutazione delle opere di difesa esistenti per villaggi e strade.

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